Il ricorso al Prefetto rappresenta una forma di difesa snella, gratuita e altamente strategica contro i verbali per violazioni al Codice della Strada.
Non richiede il pagamento di alcun contributo unificato, non comporta la comparizione in udienza, e può essere presentato anche tramite PEC, con contenuti essenziali ma ben strutturati.
Questo strumento, spesso sottovalutato, diventa particolarmente efficace nelle province ad alta densità di procedimenti amministrativi, dove le Prefetture faticano a rispettare i termini di risposta previsti dalla legge.
Se entro 120 giorni (60 nel caso di ricorso rigettato dal Prefetto e impugnato dinanzi al Giudice di Pace) non viene notificata alcuna decisione, il ricorso si intende accolto per effetto del silenzio-assenso.
È una difesa silenziosa, ma potente, basata sulla conoscenza dei meccanismi procedurali e sull’inerzia della pubblica amministrazione.
Un atto che, se ben redatto e correttamente inviato, può ribaltare l’esito della sanzione senza mai mettere piede in un’aula di giustizia.
Agisci. Poi attendi.
A volte è il tempo a decidere per te.