Guida con ebbrezza: è incidente anche solamente perdere il controllo

La Cassazione estende il concetto di “incidente stradale”: basta una sbandata riconducibile all’alcol per far scattare l’aggravante

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Un’auto sbanda e urta violentemente il bordo di una rotatoria, senza coinvolgere altri veicoli né provocare feriti. Nessun danno a terzi, nessun investimento. Solo un impatto isolato. Ma per la Cassazione, è sufficiente per far scattare l’aggravante prevista per chi guida in stato di ebbrezza e provoca un incidente stradale.

Con la sentenza n. 22014 del 11 giugno 2025, la Quarta Sezione penale della Corte di Cassazione interviene su un tema ricorrente ma ancora troppo spesso frainteso: quali episodi possono essere qualificati come “incidenti” ai fini dell’aggravante prevista dall’art. 186, comma 2-bis, Codice della Strada?

Secondo la Corte, il concetto di "incidente stradale", richiamato dalla norma, non richiede necessariamente danni materiali o lesioni, ma è integrato da qualsiasi deviazione patologica dalla normale marcia del veicolo, che comporti una situazione di pericolo per l’incolumità del conducente o di terzi.

Nel caso esaminato, l’automobilista, sottoposto ad alcoltest con esiti superiori a 2 g/l, aveva perso il controllo del mezzo andando a urtare un arredo urbano. Nessun terzo coinvolto, nessuna denuncia di danni. Ma per la Cassazione ciò non rileva: è sufficiente che l’evento sia direttamente riconducibile a uno stato di alterazione alcolica, e che dimostri una concreta perdita di dominio del veicolo.

La Corte ricorda che la finalità dell’aggravante non è quella di punire il danno in sé, bensì di colpire le condotte pericolose, quando il conducente si pone alla guida in condizioni psico-fisiche alterate da alcol o sostanze.

Per questo motivo, anche un incidente che si concretizza in un urto solitario contro un margine stradale, se riconducibile allo stato di ebbrezza, è pienamente idoneo ad attivare l’aggravamento sanzionatorio previsto dalla norma.

Ciò che conta, dunque, non è il risultato esteriore del sinistro, ma il nesso causale tra l’alterazione psicofisica e la condotta di guida pericolosa. La sentenza chiarisce un punto cruciale: il rischio creato dalla guida compromessa è già di per sé sufficiente ad aggravare il reato.

Una linea interpretativa che rafforza la funzione preventiva della norma e richiama alla massima responsabilità chiunque scelga di mettersi alla guida dopo aver assunto alcol.

Avv. Lorenzo Sozio